Gonartrosi o artrosi del ginocchio
L’artrosi del ginocchio, chiamata anche gonartrosi, è una patologia sempre più diffusa, si manifesta in età avanzata, ma non solo, spesso si presenta anche in giovane età.
La gonartrosi è causata dal progressivo indebolimento della cartilagine articolare, un elemento fondamentale per tutti i nostri movimenti, che porta, successivamente, al deterioramento delle altre componenti del ginocchio, come i legamenti, i menischi, i tendini e l’osso subcondrale.
Come possiamo riconoscere l’artrosi del ginocchio?
Molto spesso questa patologia è asintomatica, ma generalmente i sintomi che consentono di riconoscerla sono in primo luogo il dolore, poi il conseguente gonfiore e infine, la ridotta capacità di movimento che provoca frequenti scricchiolii di tutta l’articolazione.
Col passare del tempo l’artrosi del ginocchio provoca una deformità articolare, che progressivamente porta ad una sempre maggiore limitazione dei movimenti, è quindi, molto importante non sottovalutare i vari campanelli d’allarme segnalati dal nostro corpo.
L’artrosi del ginocchio, nello specifico, è una patologia che normalmente si manifesta negli anziani, ma a volte può presentarsi anche in giovane età, per diverse cause. Alcuni dei fattori di rischio che facilitano lo sviluppo della gonartrosi possono essere legati, ad esempio, ad una familiarità, ad un problema di sovrappeso, ad uno stile di vita particolarmente sedentario, oppure a traumi subiti al ginocchio.
Ci chiediamo tutti, a questo punto, se si può guarire da questa patologia. In realtà l’artrosi, in generale, è una malattia irreversibile, da cui non si può guarire, ma attraverso vari trattamenti e terapie è possibile ritardarne l’avanzamento.
I trattamenti che consigliano gli specialisti dipendono dalla fase più o meno grave della malattia, ad esempio, nelle forme meno gravi si consigliano delle terapie mediche, con antinfiammatori per il dolore, terapie fisioterapiche accompagnate da infiltrazioni articolari, che consentono di risolvere il problema momentaneamente, e infine, l’utilizzo di una ginocchiera rotulea che mantiene il movimento del ginocchio controllato.
In quest’ultimo caso, l’utilizzo di tutori può essere un’opzione da non sottovalutare, poiché garantisce sollievo per il dolore e funge da supporto per la mobilità dell’articolazione. I tutori per il ginocchio sono, generalmente, realizzati con un tessuto a maglia compressivo e traspirante, che è molto comodo e confortevole da indossare. E’ presente, inoltre, un inserto viscoelastico, avente un design funzionale e anatomico, che ha lo scopo di massaggiare tutta l’articolazione e la muscolatura.
Se, invece, è necessaria una stabilità e un controllo maggiore del movimento, si consiglia di utilizzare un’altra tipologia di tutore, che grazie ad una particolare imbottitura, allevia il dolore e offre una qualità migliore del movimento del ginocchio.
Generalmente, gli specialisti per i pazienti affetti da artrosi del ginocchio, consigliano di prestare molta attenzione anche agli sport da poter praticare, ad esempio, è fondamentale scegliere uno sport che non sovraccarichi l’articolazione, quindi, sono preferibili le attività motorie come il nuoto o la bicicletta, rispetto ad altre che potrebbero, invece, compromettere ulteriormente il ginocchio.
Chirurgia nella gonartrosi
Nei casi più gravi, invece, gli specialisti consigliano ai pazienti di sottoporti ad un intervento chirurgico che permette di impiantare una protesi al ginocchio.
Innanzitutto, dobbiamo sapere che la protesi da dover impiantare al ginocchio con quest’operazione, deve possedere delle caratteristiche specifiche, ad esempio, dev’essere costruita con materiali molto resistenti, deve essere in grado si sopportare i carichi e, infine, dev’essere perfettamente compatibile con il corpo umano.
I materiali che si utilizzano solitamente, per le protesi da utilizzare al ginocchio, sono il titanio, che si integra perfettamente con l’osso, le leghe di cromo-cobalto, che vengono adoperate per le parti sottoposte a scorrimento, e il polietilene che serve a rivestire tutto il piatto tibiale. Esistono, inoltre, diverse tipologie di protesi che vengono impiantate a seconda dell’età del paziente o del suo grado di artrosi.
Ad esempio, è necessario impiantare una protesi totale quando l’artrosi prende l’intero ginocchio, mentre è possibile ricorrere ad una protesi parziale se, invece, bisogna intervenire su una sola parte dell’articolazione del ginocchio.
A questo proposito, per capire meglio come si svolge l’intervento, ci siamo rivolti allo specialista esperto in chirurgia protesica mini invasiva, il dottor Michele Massaro, che ci ha dato consigli preziosi da seguire.
Prima di tutto il dottor Massaro ci ha rassicurato, affermando che questo tipo di operazione viene ormai svolta frequentemente, sono, infatti, sempre più numerosi i pazienti che si sottopongono all’impianto delle protesi al ginocchio.
Il suo lungo e accurato studio nell’ambito della chirurgia mini invasiva, gli ha permesso di essere oggi un grande specialista del settore. Grazie all’impianto di protesi mini invasive, infatti, offre moltissimi vantaggi ai suoi pazienti, attraverso queste tecniche innovative riesce a migliorare il disagio del paziente e, soprattutto, limita al minimo eventuali danni causati dall’intervento chirurgico.
Il dottor Massaro opera, nella maggior parte dei casi, impiantando le cosiddette “protesi monocompartimentali”, cioè parziali, che consentono di effettuare un intervento veloce e poco invasivo. Questo tipo di protesi, che va ad intervenire su una sola parte del ginocchio, è molto diffusa soprattutto all’estero, mentre in Italia è di recente utilizzo.
Per le gonartosi più gravi è necessario impiantare al paziente una protesi totale, che va ad interessare il ginocchio per intero, ma anche in questo caso, il dottor Michele Massaro cerca di intervenire salvaguardando i tessuti del ginocchio e i legamenti del crociato sia posteriore che anteriore.
La maggior parte dei pazienti si chiede, spesso, quanto duri il decorso post operatorio e, soprattutto, quali siano i comportamenti motori più giusti da seguire.
In generale, il periodo di recupero totale, dopo aver subito l’operazione, è di circa 45 giorni; nel corso di questo periodo bisogna fare molta attenzione a seguire in modo corretto tutte le indicazioni del medico, affinché la libertà motoria si recuperi perfettamente.
Ad esempio, alcuni dei vari step da dover seguire sono, inizialmente la pratica di fisioterapia che prevede l’esecuzione di esercizi specifici da svolgere a letto, subito dopo, precisamente dal terzo giorno, è possibile iniziare una deambulazione assistita, e infine, nell’arco di 15 giorni il paziente potrà cominciare a camminare con l’aiuto delle stampelle.
Ovviamente la qualità del recupero dipende dalla disciplina del paziente, ma soprattutto, dalla competenza dello specialista a cui si affida, quindi, è importante documentarsi e ascoltare diversi pareri medici prima di decidere.