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Protesi di Caviglia

L’intervento di protesi alla caviglia è un intervento a cui si ricorre in presenza di determinate patologie che interessano l’articolazione della caviglia.

Quest’ultima è costituita da tibia ed astragalo e svolge funzione di sostegno della maggior parte del peso di un soggetto in posizione eretta. Inoltre, permette al piede di eseguire i movimenti di flessione e di estensione plantare.

In particolare, l’applicazione elettiva della protesi di caviglia si ha nei pazienti che soffrono di artrosi, la quale è una malattia degenerativa che ha una maggiore incidenza nei soggetti di età superiore ai 60 anni e che consiste in un fenomeno di usura della cartilagine di rivestimento della superficie dell’articolazione.

La struttura della caviglia fa sì che l’artrosi alla caviglia sia molto rara, in quanto l’articolazione è per natura meno predisposta a svilupparla rispetto alle articolazioni di ginocchio e anca.

In genere, infatti, l’artrosi della caviglia deriva da un trauma, come eventi distorsivi ripetuti o una frattura, per cui l’età media dei pazienti che ne sono affetti oscilla tra i 25 e i 50 anni.

Si procede ad intervento solo nei casi in cui l’articolazione sia compromessa in modo significativo.

Artrosi e protesi caviglia

protesi alla caviglia

La protesi della caviglia è la soluzione più efficace in presenza di artrosi.

Data la natura traumatica di questa patologia, infatti, il trattamento conservativo non è particolarmente efficace, in quanto la progressione dell’artrosi e la deformità articolare che ne deriva possono essere molto rapide.

Per questo motivo, spesso l’intervento di protesi caviglia è la soluzione più idonea per la risoluzione del problema.

L’intervento di impianto della protesi caviglia dura circa un’ora e viene eseguito in anestesia spinale o, a scelta del paziente, anche in anestesia totale.

Protesi caviglia camminare e svolgere attività post intervento

Una volta rimosso il gesso, la ripresa delle attività quotidiane avviene entro i 15-30 giorni successivi all’intervento.

Già dopo i primi due mesi, il paziente sarà in grado di guidare, mentre per una completa stabilizzazione dei risultati dell’intervento si devono attendere circa 6-8 mesi.

Il recupero post operatorio avviene in modo graduale e continuo, con affiancamento di un percorso di riabilitazione.

Protesi caviglia o artrodesi

Un’alternativa alla protesi è l’intervento di artrodesi.

Si tratta di un intervento che può essere eseguito con tecnica mini invasiva, ossia in artroscopia, o aprendo l’articolazione con incisione.

La scelta tra intervento in artroscopia o a cielo aperto avviene in base allo stato di deformazione della caviglia: in presenza di deformazioni lievi, si opta per l’artroscopia, mentre negli altri casi più seri e gravi allora si procede con intervento invasivo.

Scopo dell’intervento è quello di rimuovere la cartilagine e di bloccare le ossa dalla tibia all’astragalo utilizzando mezzi di sintesi specifici.

Ciò permette alle due ossa di fondersi in un unico osso, così da eliminare il dolore e il movimento.

In seguito all’intervento, si procede ad immobilizzazione dell’articolazione con gesso o tutore per 30-40 giorni, senza possibilità di carico.

La differenza tra l’intervento di innesto di una protesi alla caviglia e l’artrodesi sta nel fatto che nel primo caso si mantiene il movimento dell’articolazione, mentre nel secondo caso l’articolazione viene fusa e bloccata in una posizione neutra per evitare il dolore costante, ma perdendo la capacità di movimento della stessa.

Grazie al progresso verificatosi negli ultimi anni nell’ambito degli interventi di protesi, l’artrodesi viene scelta in casi residuali, in particolare quando sia sconsigliata la protesi per condizioni particolari del paziente o dell’osso o quando si debba revisionare una protesi e non possa essere sostituita con un’altra.

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