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Protesi anca mini invasiva

L’intervento di innesto di una protesi anca mini invasiva comporta la sostituzione della testa del femore e dell’acetabolo con componenti in titanio e un inserto in polietilene.

Si ricorre a tale tipo di protesi per ripristinare la funzionalità dell’anca del paziente, così che possa tornare alle proprie attività di vita quotidiana, potendo tornare anche a praticare attività sportiva a livello moderato.

In seguito a tale tipo di intervento, infatti, è consigliato praticare sport come nuoto, tennis, golf o cyclette e dedicarsi a passeggiate anche in montagna.

Nella maggior parte dei casi, alla protesi all’anca si ricorre in presenza di coxartrosi o artrosi dell’anca, ossia quella patologia degenerativa che colpisce la cartilagine di rivestimento del femore e/o dell’acetabolo.

L’attrito tra le superfici che restano scoperte causa dolore e limitazione funzionale.

Ciò porta alla necessità di ricorrere alla sostituzione articolare, con cui si procede al rivestimento delle superfici ossee con protesi mini invasive.

Dunque, l’applicazione di una protesi mini invasiva anca è la soluzione ideale in presenza di una serie di fattori, quali:

  • la gravità e la frequenza del dolore;
  • la risposta del paziente ai farmaci antinfiammatori e antidolorifici;la durata del dolore;
  • il tipo e il grado dell’artrosi;
  • il tipo di risposta alla terapia conservativa attraverso fisioterapia, infiltrazioni di acido ialuronico e magnetoterapia;
  • la qualità di vita del paziente e le sue aspettative post operatorie.

Protesi d’ anca mini invasiva: tipologie

Esistono diversi modelli di protesi per l’anca:

  • l’endoprotesi, ossia la protesi del femore senza rivestimento dell’acetabolo, la quale viene utilizzata per le fratture del collo del femore di soggetti anziani;
  • la protesi di rivestimento, ossia una sfera metallica, che va a coprire la superficie della testa del femore e a cui si ricorre per soggetti giovani, soprattutto sportivi;
  • la protesi totale dell’anca, ossia una protesi del femore e dell’acetabolo, utilizzata nei casi di coxartrosi.

Ma la protesi anca mini invasiva dove si colloca? La protesi totale mininvasiva dell’anca viene inserita per sostituire l’articolazione coxofemorale.

Tecnica mini invasiva protesi anca

L’intervento di innesto di protesi all’anca si realizza ricorrendo alla chirurgia mininvasiva, la quale permette un migliore e più rapido recupero funzionale.

La protesi all’anca può essere eseguita attraverso diversi accessi chirurgici, quali l’accesso chirurgico anteriore, quello laterale e quello postero laterale.

In genere, l’accesso postero laterale permette di raggiungere l’articolazione coxo femorale incidendo il retro cantere, senza toccare tendini e muscoli.

Si ricorre alla protesi anca mini invasiva anteriore, invece, sfruttando la via d’accesso anteriore: ciò permette di effettuare l’intervento di sostituzione della protesi dell’anca con un approccio poco invasivo.

La protesi dell’anca è costituita da una componente femorale, che va inserita nel canale femorale, da una testina femorale e da una componente acetabolare, che viene inserita nel bacino.

Su quest’ultima, si inserisce l’inserto in polietilene, che agevola lo scorrimento delle superfici delle protesi.

L’intervento di sostituzione della protesi d’anca può essere eseguito con tecnica femur first, termine inglese che si traduce come “il femore per primo”, in ragione del fatto che si inizia preparando per primo il canale femorale, servendosi di apposite frese.

In seguito, si inserisce la componente femorale e si prepara l’acetabolo con apposite frese, che permettono di inserire a pressione la componente acetabolare.

Si prepara per primo il femore, in quanto vi è un accoppiamento delle protesi su tutti i piani dello spazio.

L’intervento può durare dai 50 ai 60 minuti, in base al paziente, e permette di tornare al normale svolgimento delle proprie attività in circa 4 settimane.

Protesi all’ anca mini invasiva vantaggi

Rispetto alla chirurgia protesica tradizionale, la tecnica protesica mini invasiva presenta molti vantaggi, quali:

  • una riduzione dei tempi di intervento, riabilitazione e recupero;
  • un’incisione ridotta con conseguente minore perdita di sangue e cicatrice meno evidente;
  • un trauma ridotto, per cui dolore e gonfiore sono inferiori rispetto alla tecnica tradizionale;
  • non vengono intaccati muscoli, cartilagine e parti ossee sane;
  • la riduzione dell’attrito tra testa femorale e acetabolo;
  • la riduzione delle complicanze;
  • l’azzeramento del rischio di rigetto, grazie all’utilizzo di materiali inerti.

Protesi anca mini invasiva rischi

I rischi e le complicanze derivanti dall’innesto di una protesi dell’anca possono essere di tre tipi:

  • lussazione: fuoriesce la testa del femore dall’acetabolo; ciò può avvenire in seguito ad un evento traumatico o ad una rotazione dell’arto in cui si faccia perno sul piede;
  • mobilizzazione asettica delle protesi: la protesi e l’osso del paziente perdono aderenza e contatto;
  • infezione periprotesica.

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