Infiltrazioni di Cortisone
È il caso di artrite psoriasica, artrite reumatoide, artrite gottosa e acutizzazione di processi di artrosi.
In genere, le infiltrazioni cortisone avvengono in via locale per il trattamento di borsiti e tendiniti.
Queste consistono nell’iniezione del farmaco cortisonico direttamente all’interno dell’articolazione infiammata, in considerazione degli effetti terapeutici riconosciuti al cortisone e della possibilità di limitarne i pur presenti effetti collaterali.
In realtà, si ritiene che gli effetti collaterali del cortisone siano inferiori quando viene iniettato rispetto a quando si procede alla sua assunzione per via orale.
Esistono diversi tipi di cortisone, tra i quali si sceglie in base alla patologia e all’effetto desiderato dal paziente, quali il cortisone a rapida azione e il cortisone a lenta azione.
Al cortisone a rapida o lenta azione, inoltre, si affianca un anestetico locale, di solito la lidocaina.
Un trattamento standard prevede un’infiltrazione a settimana per tre o cinque volte, anche se molti medici consigliano di non andare oltre le 3 o 4 infiltrazioni l’anno, separate l’una dall’altra almeno di un mese, a causa dei possibili effetti collaterali riscontrabili.
Questi ultimi, infatti, comprendono un leggero arrossamento o infiammazione con dolore locale, che si risolvono entro 24 ore dall’infiltrazione, ma possono arrivare anche da un indebolimento di tendini, ossa, legamenti e strutture articolari.
Infiltrazione ginocchio cortisone
Si ricorre all’infiltrazione di cortisone al ginocchio in presenza di specifiche patologie, che interessano l’articolazione.
In particolare, l’infiltrazione al ginocchio di cortisone viene utilizzata per i casi di:
- gonartrosi, sia compartimentale che totale;
- tendiniti, quali le tendiniti del rotuleo, le tendiniti della zampa d’oca, le tendiniti della bendeletta ileo tibiale e altre forme di tendiniti;
- borsiti;
- entesopatie dei legamenti, come la sindrome di Palmer, del legamento collaterale mediale.
Infiltrazione cortisone spalla
L’infiltrazione di cortisone alla spalla è un’altra applicazione molto frequente delle infiltrazioni cortisone.
Infatti, le patologie maggiormente trattate con l’infiltrazione spalla cortisone sono:
- l’artrosi delle articolazioni scapolo-omerale e acromion-claveare;
- le borsiti;
- i processi infiammatori;
- le tendiniti;
- le lesioni della cuffia.
Infiltrazione cortisone schiena
L’infiltrazione epidurale di cortisone o infiltrazione di cortisone alla schiena è un metodo antalgico conservativo.
Ad esse si ricorre anche sotto forma di infiltrazione di cortisone per ernia discale e di infiltrazione cortisone lombare, per il trattamento di specifiche patologie a carico della schiena e del tratto lombare, come protrusioni discali o ernie discali.
L’iniezione serve per condurre il farmaco nella parte più interna della schiena, in modo da raggiungere le lesioni che interessano i dischi intervertebrali e che possono comprimere o irritare i nervi che arrivano a schiena e gambe.
I farmaci così introdotti permettono di ridurre l’infiammazione, quindi il gonfiore e il dolore percepiti.
Infiltrazione anca cortisone
Le infiltrazioni di cortisone sono utilizzate anche per il trattamento di patologie che interessano l’anca, soprattutto per i casi di:
- artrosi, per il cui trattamento la procedura di infiltrazione viene eseguita con la guida di un’ecografia o di una TAC;
- trocanterite, ossia quella patologia che interessa la borsa del trocantere e che può derivare da uno squilibrio posturale;
- sindrome del piriforme.
Infiltrazione cortisone dopo quanto fa effetto
Esistono i corticosteroidi ad azione rapida e di breve durata, utilizzati nel trattamento di patologie acute per ottenere un effetto immediato. D’altra parte, vi sono anche i corticosteroidi ad insorgenza lenta, ma ad efficacia prolungata, cui si ricorre per trattare patologie croniche.
In genere, il cortisone fa effetto già nell’arco di 24 o 48 ore dall’infiltrazione e la durata dei suoi effetti si protrae per circa un mese.